Museo d’Arte di Chianciano Terme. Paolo Levi

art-museum-of-chiancianoLa critica di Paolo Levi

Come da gentile richiesta del Museo d’Arte di Chianciano Terme,le comunico che ho preso in visione,con vivo interesse,i dipinti frutto della sua interessante e colta ricerca espressiva.

La pittura di Gelindo Baron viene da lontano.Le sue radici affondano nella cultura europea della prima decade del Novecento.Egli riprendeil messaggio poetico del cubofuturismo,portando sino alle estreme conseguenze visive la non riconoscibilità dell’immagine,sino alle soglie della purezza informale.Questa alchimia di un maestro assolutamente colto,non potrebbe accadere se alla base di tutto questo non ci fosse la sua capacità innata nel saper dominare la variabilità della tavolozza ricca di eleganti forme e vibrazioni cromatiche dialoganti fra loro.Si avverte in queste sue intuizioni cromatiche e segniche la necessità che a volte fu di Vassily Kandinskij di riportare sulla tela tonalità e atonalità,che alludono agli armonici fraseggi musicali.Per questo motivo la ricerca di Gelindo Baron tende a contrappunti raffinati chiusi e conclusi,in dilatazioni che tendono spiritualmente all’infinito.A ben notare egli è anche portatore di suggestioni di ombre e di luci,appena accennate,della necessità di considerare il colore come sovrapposizioni non gratuite ma voci che affermano quanto la pittura possa concorrere a una visione del mondo sovente fatta di dubbi,di incertezze.In questo contesto si deve essere grati a Baron per consegnarci attraverso ogni quadro l’affermazione che la vita oltre ad essere amore è il misterico colore,che pregna ogni attimo della nostra vita di una vivificazione astratta,nel suo caso sinfonica.

 

Paolo Levi

Torino 19.06.2012

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