From 26 July to 6 Augist 2008 IN PARADISO gallery Giardini della Biennale – Venezia everyday from 10.00am to 6.00pm Opening party sat 26.July 6.00pm info@inparadiso.net +39 041 2413972
Interventi critici
Gelindo Baron rivendica gli antichi aromi della pittura veneta, tizianesca come tiepolesca, e di essere nel contempo vivo e attuale, vicino ad un gusto forse più francese (Bonnard, Matisse, Cézanne, Dufy) che propriamente italiano. Non solo: ma ha saputo farsi, nel contempo, figurativo e astratto (vecchia antinomia) o comunque sensuale e programmato, estroso e “costruito”, tonale e timbrico, apollineo e dionisiaco. Nella sua pittura si ritrova la scioltezza rorida della natura ma anche la meditazione esistenziale: e, certo, la gioia assieme al dolore… (…) E’ come se egli immagazzinasse, nella sua pittura, tutta la fragranza di un’impressione che dall’occhio discende, quasi impercettibilmente, nel sentimento. Egli gioca sui riflessi più che sulle materie: sui barbagli di luce più che sulla sostanza delle cose. Magari solca la tela, gratta, mescola, scatta con impazienza: ritrasforma ogni volta quello che vede (…) Paolo Rizzi
(…) Ancor prima di usare il pennello ha catturato le immagini che percepiva e, che queste fossero esplicative di acque o di vegetazioni, di oggettistica o di figura, le ha aggredite e domate, scalzandole da quel trono che sempre l’immagine paesaggistica o di genere si posa. Ecco allora che il fiume diventa semplice sovrapposizione di blu creando piani disomogenei che si fondono in stacchi scenografici.(…) E se l’artista tratta i fiori di serra come icone post cubiste generando un caos segnico, ecco che questo avviene, come in una scacchiera, per il puro gusto del gioco (…)..E’ una pittura decisa quella di Baron, sempre al limite tra ciò che potrebbe essere definito come figurazione e quell’effetto di immediatezza percettiva che, provocato dallo sbalzo atmosferico del suo colore, diventa udibile a grandi distanze, formando quel senso estetico che abbisogna di pochi, minimi segni, per dilagare, in tutta la sua imponenza tra la culla dell’opera compiuta.
Guido Signorini