“Non chiedetemi perchè”

Già dal titolo “Non chiedetemi perché” s’intuisce quanto, gli ultimi lavori di Gelindo Baron, siano carichi di quell’eleganza cromatica mediatrice di un messaggio risalente agli anni settanta, rivisitato con spirito ironico e innovativo, finalizzato per spiazzare e provocare critici e collezionisti.

Se da una parte è evidente l’inserimento di icone pubblicitarie sfumate e ghigliottinate (è il caso dell’uso testuale di frammenti pubblicitari incompleti), dall’altra appare, in tutta la sua interezza, l’abilità di costruzione del dipinto.

In Dalì, l’accostamento del ritratto alla figura femminile, suggellato da una triade di occhi incorniciata nella specularità del nome, trasforma la composizione in un gioco di rimandi dove il pop si fonde col surreale.

In un altro lavoro, icone irregolari configurano un collage di paesaggi dove la moltitudine di colori costruisce altrettante cornici.

O ancora, una scacchiera, accoglie citazioni rinascimentali dense di colori pastellati che uniscono simbologie feticistiche sintetizzate nella forma del giullare, del re nudo.

Dove è più marcato il significato consumistico e l’oggetto assolve alla centralità della composizione, il contorno scenografico appare come sottotitoli di un film in lingua, dove il protagonista, in questo caso la nuotatrice, rapisce la scena.

In un altro dipinto, la struttura architettonica diventa narrativa. Le sezioni sono frammentate da gialli e blu, la centralità del bianco sporco, in alto, funge da faro orientativo, il supporto cartonato degrada volutamente la costruzione dello spazio, arricchendolo con forti campiture di blu.

In altre composizioni, la provocazione diventa più esplicativa. E’ il caso della smitizzazione dell’icona della mela, attraverso la costruzione di un autoritratto che cancella ogni ambizione mediatica, riportando il tutto ad un gioco minimalista illuminato da tonalità di ruvido giallo.

Oppure il gioco metaforico che esplode in un robot alla guida di una improbabile automobile, o in alternanze dichiarate dove la consacrazione del marchio è demolita da frammenti circolari la cui contrapposizione divide nettamente il dipinto.

E’ un Pop rivisitato in chiave estemporanea quello di Baron, dove consumismo e tradizione si fondono in una competizione irreale. La forma, il ritratto, l’aggressione del colore, si collocano meticolosamente in uno spazio la cui dimensione è incerta, contrapposta ad un messaggio che, attraverso metaforiche note, manifesta lucidità e trasgressione.  Guido Signorini

Mostra di Pittura di Gelindo Baron

Inaugurazione Sabato 30 Aprile 2016 ore 17,30

Introduzione di Guido Signorini

Orari mostra dal 30 Aprile al 14 Maggio 2016

Dal Mercoledì al Sabato dalle ore 16,30 alle ore 19,00

Altri giorni e altri orari su appuntamento

http://www.studiodartegs.itgalleriasignorini@gmail.com Lendinara Via G.B. Conti 38 – Palazzo Laurenti Tel 348 032 0637

"Non chiedetemi perchè"

Foto dell’evento:

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Quattro litografie di Baron per celebrare la tappa di Padova Mattino Padova 15,05,2014

Quattro litografie di Baron per celebrare la tappa di Padova

PADOVA. Quattro litografie sono state realizzate con una tiratura ridottissima dal pittore padovano Gelindo Baron per celebrare l’evento della tappa a Padova della Mille Miglia. Il motivo dominante…

PADOVA. Quattro litografie sono state realizzate con una tiratura ridottissima dal pittore padovano Gelindo Baron per celebrare l’evento della tappa a Padova della Mille Miglia. Il motivo dominante delle opere commissionate dall’Aci di Padova al cinquantaseienne artista originario di Cona (Venezia) che espone in parecchie gallerie, tra cui la Gagliardi Gallery di Wenstmintser a Londra, è l’auto storica. Nelle quattro opere l’ha raffigurata al passaggio dalla Piazza delle Erbe e vicino ad altri monumenti simbolo della città. «Ho cercato», spiega Baron, «di rappresentare nel modo migliore l’avvenimento che per la città è un avvenimento storico. Considerata la tiratura limitata si tratta di opere che assumono un certo valore». Gelindo Baron, che ha avuto la fortuna di incontrare il critico d’arte Enzo Demattè che lo ha aiutato nella sua formazione professionale, è un grande appassionato di motori e di auto d’epoca in particolare. Questo l’ha indubbiamente facilitato nella realizzazione delle stampe per la Freccia Rossa. (g.b.)